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Home Articoli DMT di Elena Cerruto e Relazioni di Diplomande Isadora Duncan di Rita Aguiar - Relazione

Relazione per l’esame di Diploma in Dmt di Rita Aguiar

Commento alla frase tratta da “La danse de l’avenir” di Isadora Duncan (Ed Complexe)

Revisione del testo a cura di Elena Cerruto[1]

"Il movimento dell’universo condensato in un individuo, diventa ciò che chiamiamo la Volontà.
Prendiamo ad esempio il movimento della terra; prodotto nella concentrazione delle forze circostanti, esso dà alla terra la sua particolarità, la sua propensione a muoversi.
Così le creature che vivono sulla sua superficie ricevono a loro volta queste forze condensate trasmesse ai loro antenati, così come esse furono ad essi trasmesse dalla terra.
E’ così che si produce il movimento degli individui che si chiama volontà. 
La danza sarebbe allora semplicemente la gravitazione di questa volontà del singolo che in definitiva non è niente meno che la traduzione umana della gravitazione dell’universo."

 

 

Isadora Duncan durante tutta la sua vita si applicò per fare in modo che l’essere umano potesse danzare, corpo e anima, armoniosamente  integrato nella  totalità. Nel libro Metodologia e pratica della Danza Terapeutica, Elena Cerruto parla di salute e malattia secondo la visione della medicina tradizionale cinese; riporto due citazioni di Ted Kaptchuk:

“Il medico (…) deve riconoscere una disarmonia e applicare la sua arte specifica per restaurare la salute, per ricondurre l’equilibrio e l’armonia in un organismo vivente” T.J “I (…) rivolge la propria attenzione alla totalità dell’individuo fisiologico e psicologico” (…)” Compito della terapia è cercare di ricondurre la configurazione all’equilibrio, di riportare l’individuo ad una condizione armonica”. Kaptchuk T.J [2]

Alcune parole risuonano dentro di me quando leggo le idee e le riflessioni di Isadora relative ad una “danza del Futuro”: è la visione di un’ Arte che sa riconoscere una disarmonia e  ricondurre all’ equilibrio portando  attenzione alla totalità dell’individuo. L’artista che mutò in modo radicale la concezione della danza in Occidente non era un medico ma gran parte degli studi che dedicò alla danza e alle tecniche d’insegnamento la portarono a cercare nuove strade per liberare l’essere umano dalle costrizioni e ricondurlo all’armonia con la natura.

Possiamo osservare questa intenzione della Duncan alla luce della Medicina Tradizionale Cinese: l’essere umano, microcosmo nel macrocosmo, per mantenere il suo stato di salute deve saper preservare la relazione vitale e armoniosa che lo investe in quanto essere che veicola le energie del Cielo e della Terra. Il medico è colui che cerca di preservare l’armonia tra i flussi interni e quelli esterni, tra il micro ed il macrocosmo e usa la sua arte per preservare tale armonia nel corpo-mente del paziente, affinché il suo corpo-cuore[3] possa vibrare tra la Terra ed il Cielo.

Isadora parla di un movimento dell’universo che condensato in un individuo diventa Volontà. Nella Medicina Tradizionale Cinese la Volontà, custodita dall’organo Rene,  fa riferimento al Movimento Acqua. I cinque Movimenti o Fasi: Acqua, Legno, Fuoco, Terra, Metallo, rappresentano il moto che anima tutte le cose e “non sono altro che i differenti modi di procedere e di essere di ciò che è dentro di noi” [4]; essi conservano diverse qualità energetiche in continua trasformazione e interazione.

Nella MTC[5] tutto ciò che accade sulla Terra dipende dai Soffi venuti dal Cielo. Soffi del Cielo che sono inviati sulla Terra. La Terra reagisce al loro incontro sviluppando le sue molteplici forme. Il Cielo possiede l’iniziativa, fonte che dà origine al movimento vitale, la Volontà. Il Cielo è la comune origine di tutte le manifestazioni e la Terra reagisce a questa origine offrendo le sue diverse forme. Soffi del Cielo che entrano nel grembo profondo della Terra, Soffi del Cielo che entrano nel grembo profondo dell’essere umano.

I Reni sono considerati gli organi (zang) che preservano la vita, contenendo in sé l’energia condensata del Cielo Anteriore e del Cielo Posteriore, che si trasforma in Volontà.

“I Reni sono la base della vita, depositari dell’acqua e del fuoco, dello yin e dello yang il cui accoppiamento costituisce l’origine di ogni uomo”[6].

 

Così per la Medicina Tradizionale Cinese la sede dell’origine energetica dell’Uomo si trova nei Reni e da lì viene trasmessa agli altri organi e visceri presenti nel corpo umano. Tale energia possiede i due aspetti di Cielo Anteriore e Cielo Posteriore che condensati creano la Volontà.

“ Il Cielo Anteriore è ciò che precede la genesi e l’apparizione di ogni essere. Si tratta della partecipazione delle “energie dell’ambiente” alla costituzione di ciascun individuo: sono le energie cosmiche, ambientali ed ereditarie, trasmesse dai genitori al concepimento.

Il Cielo Posteriore è ciò che regola la vita di ogni essere particolare, procura i mezzi della sussistenza attraverso il gioco delle molteplici relazioni e trasformazioni. Le energie del Cielo Posteriore sono il frutto dell’incontro delle energie innate con le energie che derivano dalla respirazione e dalla nutrizione. Hanno il compito di ricostruire l’organismo per tutto il tempo della durata della vita” [7]

Torniamo ora alla frase di Isadora, che in un certo modo ingloba questo concetto: “Così le creature che vivono sulla superficie ricevono a loro volta queste forze condensate, trasmesse ai loro antenati, così come furono ad essi trasmesse dalla terra”.

Esiste una dinamica vitale ed energetica tra il Cielo, la Terra e l’Uomo. I Soffi del Cielo fecondano l’essere umano, come fecondano la terra, che offre diverse forme, così come l’essere umano che si diversifica nelle parti che lo costituiscono. Ogni cosa sulla terra, così come ogni essere umano, possiede un modo di essere che gli è consono, la sua autenticità.

Vi è la nostra realtà, il nostro mondo, l’universo in cui viviamo, lo spazio ed il tempo in cui la nostra coscienza può vivere e “dialogare” con tutto “ciò che esiste” (Cielo Posteriore), per i Cinesi è “l’intervallo Cielo-Terra”. Ma vi è un’altra realtà, questa è (molto) più sottile, impercettibile dai sensi e comprensibile “solo con il cuore”. (Cielo Anteriore) [8]

 

Per Isadora ogni essere umano avrebbe dovuto essere valorizzato per quello che di più elevato gli apparteneva e non educato per essere uguale agli altri. La sua danza avrebbe dovuto adeguarsi alla sua forma, al suo ritmo naturale, a tutto ciò che avrebbe potuto vibrare nella sua anima, per essere una traduzione di quello che lui, persona (corpo-cuore) sentiva vibrare nell’Universo in risonanza con se stesso, con il suo Cuore cioè con la sua autenticità. (Movimento Fuoco)

I Reni appartengono al Movimento Acqua, Movimento dell’ascolto profondo che corrisponde all’entrare nella profondità per poi risorgere. “I Reni presentano un doppio aspetto: attirano nella parte più bassa e profonda, ma per far risorgere”. [9] Ritornare alla profondità dell’Acqua per scoprire quella scintilla che è la volontà e da lì poterla danzare, manifestarla nelle sue fasi.

“ (…) l’Acqua, che attira nelle profondità per rendere fertili, ma anche che si offre docilmente a tutti i mutamenti sotto l’azione dei soffi [10]

Ogni danza potrebbe così essere un flusso tra la Terra e il Cielo, che mantiene radici nella profondità di ogni individuo e si riscalda per elevarsi al Cielo, ben radicata. Una danza con il filo conduttore dell’Acqua e del Fuoco, che vibra e si manifesta con l’ autenticità che viene dall’ ascolto interno. Ancora Isadora :

“Sono convinta che ogni esistenza corrisponda a una linea spirituale, una curva ascendente. Tutto ciò che aderisce o rafforza questa linea è la nostra vera vita: tutto il resto è soltanto “pula” che cade lungo la via di ciascuno” [11].

Una linea che ascende tra la Terra e il Cielo, vissuta con l’autenticità manifesta di ciascuno.

Penso che il fondamento di base della Duncan fosse quello di mettere l’essere umano in relazione con se stesso: rapportandosi ai moti dell’universo, egli ha la possibilità di riconoscersi, in quanto tali moti sono uguali tanto per l’universo quanto per l’essere umano. Grazie a questo senso di appartenenza egli può danzare la sua danza che non sarà mai uguale a quella di un altro individuo, ma certamente potrebbe rendersi partecipe di una danza di gruppo che sappia preservare la totalità e l’autenticità di ognuno. Ciò significa collocare l’essere umano tra il Cielo e la Terra, dandogli la capacità di poter avere radici condensate nella sua Volontà. Riconoscersi nelle forze condensate dell’universo vuole dire ritrovarsi e relazionarsi con i moti che gli sono propri: con il fluire dell’acqua, con la cadenza delle onde del mare, con l’aprirsi e il chiudersi di un fiore, con le forme e le linee di un albero, nei mulinelli dei venti. Osservarli per sentirli vibrare dentro, nell’attesa che un’emozione proveniente dalla profondità dell’essere si liberi in danza. Una danza dei 5 Movimenti della Medicina Tradizionale Cinese si può rispecchiare nella frase:

“l’emozione non raggiunge il massimo se l’azione è improvvisa, in un primo momento essa rimane annidata, addormentata, come la vita di un seme e si scioglie come una dolce rinascita, (…)l’interminabile bellezza di un momento che ascende, si espande, e finisce con la promessa di una rinascita. La danza è il ritmo di tutto ciò che muore per tornare a vivere: è l’eterno sorgere del sole”[12] .

Una danza che rinasce dalla volontà vitale dell’essere umano, preservata nel suo interno e che gli permette di essere fedele a se stesso. Nella Medicina Tradizionale Cinese si parla di Rene Radice.

“I Reni custodiscono e trasformano le essenze perché restino fedeli a se stesse e ci mantengono fedeli alla nostra origine, perpetuando la vitalità attraverso tutti gli zang” [13]

Solo così le danze, partendo dal grembo fecondo della profondità dell’Acqua di ogni individuo, potrebbero ascendere al Cielo, elevando e armonizzando corpo e anima. Solo così potrebbero vibrare come danze dell’amore, nascita degli impulsi e delle cadenze amorose dell’universo e dello stesso essere umano. La Duncan era intenzionata a sviluppare la sua arte allo scopo di mettere l’essere umano a contatto con “quella sorgente dell’espressione spirituale, da cui si sprigiona la forza centrifuga che fluisce nei canali del corpo, colmandoli di luce vibrante, e che proietta all’esterno l’immagine dello spirito” [14]. Possiamo qui senz’altro vedere la luce della Medicina Tradizionale Cinese: l’Uomo tra il Cielo e la Terra, che mantiene le radici nel Movimento dell’Acqua (la Volontà) allo scopo di potersi sviluppare nella sua autenticità e armonizzarsi in quanto corpo-cuore con l’universo. Nel rapporto tra danza e individuo Isadora osservava una disarmonia tra il bisogno dell’essere umano e il cammino che la danza aveva intrapreso. Con le sue intuizioni Isadora contribuì ad una rottura e rivoluzione che ebbe luogo nell’ambito della danza a partire dall’inizio del XX secolo e che portò alla nascita della Danza Moderna. Il reale bisogno, secondo la Duncan, si manteneva prigioniero di forme convenzionali ed esterne e nel corpo si rispecchiavano i valori illusori che la società del momento comunicava all’essere umano. Ella seppe osservare il lato potenziale, sano ed elevato della danza e dell’essere umano e fu così una  pioniera che dedicandosi alla danza aprì le porte ad una riflessione che entrò in rottura con le strutture rigide vigenti. Molte persone come lei criticarono la danza classica dell’epoca perché non aderiva al corpo e alla forza naturale che l’essere umano poteva vivere attraverso la danza. Doris Humphrey assimilava la danza alla figura della Bella Addormentata: “la danza ha fatto la parte dell’ingenua, della bambina dolce e obbediente cresciuta in teatro e a corte, educata a essere sempre giovane, bella e divertente”; una danza incapace di riflettere i bisogni dell’uomo moderno. La danza della tradizione classica non dava all’essere umano la possibilità di riconoscersi, perché obbligava il ballerino a forme e regole esterne che non rispettavano la sua sensibilità, il suo modo di sentire e vedere il mondo. Risaltava un corpo deformato da una danza tecnica che non permetteva al ballerino di ritagliare la sua appartenenza ad un universo più ampio. Una danza senza radici che creava l’illusoria leggerezza dell’essere in una dimensione eterica. Isadora cercava una danza naturale che potesse essere riflesso della bellezza sana, armoniosa e spirituale dell’umanità. I precursori della Modern Dance portarono un intenso lavoro di ricerca e crearono un nuovo vocabolario di danza che nasceva da un universo interiore risultato di studi emotivi[15]. Tale riflessione sul modo di collocarsi nel mondo, sulle questioni interiori, drammi, dubbi, emozioni in relazione al contesto storico e politico, permise loro di poter ricercare una forma che coinvolgesse il corpo nella  sua totalità danzante, un corpo che potesse comunicare tutto ciò. Inoltre la ricerca avveniva attraverso il corpo, dando modo di portar fuori quello che si sentiva dentro e dare forma ai principi fisiologici e psicologici della persona in risonanza con i principi naturali delle leggi universali. Si desiderava un corpo che potesse comunicare con il mondo nell’essenzialità della sua naturalezza. Si desiderava che la danza potesse diventare un modus vivendi, perfettamente aderente alle necessità della comunicazione ed espressione dell’essere umano. Queste riflessioni portarono il bisogno di tornare alle origini, in favore di una modalità naturale di movimento e di “stare nel mondo”. Questa stessa naturalezza poteva esprimere le questioni di fondo e i dilemmi che l’essere umano viveva e sentiva. Ritornare alle origini significava riprendere il contatto con la terra, con le sue forze gravitazionali. Il Fall and Recovery[16] di Doris Humphrey nacque da questa volontà di scoprire il principio che è al centro di tutta l’esistenza e che la grande Maestra individuò nel principio di gravità: tutto il corpo è attratto dalla terra, naturalmente. Partendo da tale principio e influenzata da Nietzsche, Doris intuì che l’essere umano portava in sé una volontà su cui si basava tutta la sua costituzione fisiologica così come psicologica (in verità uno dei grandi drammi dell’Umanità), cioè la volontà di lasciare il centro per sentire l’attrazione delle forze della terra e la volontà di recuperare il proprio centro, l’equilibrio. Secondo Humphrey danzare questa volontà significava lanciarsi nell’esperienza della vita mantenendo una relazione continua con le forze primordiali che permeano l’Universo e la vita umana. Ricordo le prime volte in cui abbiamo sperimentato questo principio, relazionandolo con il peso del nostro corpo e le oscillazioni che provocava. Non era facile lasciarsi trasportare dalla danza del nostro peso, non era facile lasciarsi andare al principio della gravità. Sentivamo la vibrazione della volontà di andare, lanciarsi o lasciare che il peso agisse in noi e nello spazio nel quale danzavamo ma tutto il corpo si organizzava per non perdere l’equilibrio o cadere. Considerazioni e riflessioni sul cadere ci inducevano ad esprimere il timore di cadere, alcune volte trasmesso dall’educazione ricevuta: non è bello cadere. Un condizionamento a volte ben radicato nella società in generale. Ricordo che dal quel momento decisi, tornando a casa, che avrei danzato la possibilità di cadere e principalmente quella di recuperare dalla caduta. Sentivo dentro di me il senso profondo di riappropriarmi in modo diverso di questa dinamica vissuta tante volte nel quotidiano: nel cadere mi sentivo persa, come se non fossi consapevole del recupero. Come se non avessi la consapevolezza che la caduta avrebbe potuto essere soave, creativa, un atto d’amore verso la terra. Come se mi fossi dimenticata cha la caduta e il recupero erano il principio che governava tutta l’esperienza della vita: quando vai, vivi e ti scopri.

Per Doris Humphrey è proprio lì, tra la volontà di lasciare e la volontà di tornare al nostro centro che la danza ha luogo. Tra questi due poli l’essere umano scopre la vitalità naturale del suo stare tra la Terra e il Cielo.

Tornare alle origini, ai principi naturali che regolano l’universo condensato nell’essere umano, tornare alle origini per sentire i piedi nudi, sentire il contatto con la terra, incontrare la dimensione terrena scoprendo l’appoggio naturale che questa dimensione ci dona, sia nella caduta che nel recupero. Fu il cammino che la danza percorse per liberarsi delle forme sterili e trovare principi che potessero esprimere la motivazione interna. Ritornare alle origini per sentire, danzare e riconoscere. La danza contemporanea

“è un gettarsi totalmente nella cosa per vederla, per sentirla, per capirla, per farla…e per amarla appassionatamente ancora di più[17]

Nacque così un lavoro sui principi naturali che si trasformano in danza: il principio del respiro, della contrazione e del rilascio, il principio del peso, del movimento in successione; la scoperta delle torsioni e del movimento a spirale che condensa il movimento fluido della vita. Si cercavano nuove qualità di movimento che potessero  arricchire il design del corpo che si apre allo spazio nelle sue diverse forme.

Era un momento storico di ricerca di nuovi centri di origine del movimento, i movimenti dovevano essere espressivi, risuonare in modo autentico con l’emozione che ne è all’origine: Delsarte valorizza il torso. Martha Graham scopre nella zona pelvica la sorgente energetica della sua tecnica pulsante, Isadora Duncan rivela di passare ore e ore “le mani incrociate sul seno, all’altezza del plesso solare a cercare una Danza che fosse espressione divina dell’essere umano”. Potremmo dire che da Oriente viene la luce: pensiamo all’energia di kundalini alla base della colonna vertebrale. La Graham rimase molto toccata durante una tournée in India dal contatto con lo yoga e le danze indiane autentiche e le vibrazioni che Isadora avvertiva nel petto quando ascoltava la musica non possono non far pensare al chakra del cuore! In Humphrey troviamo la scoperta dell’ highest point , quel momento che precede la caduta, quello in cui si cerca di toccare il cielo, per accedere ad una visione più ampia del principio naturale della gravità. Full and Recovery sì ma anche sospensione. Si ricercava la qualità energetica dei movimenti e la possibilità di viverla in sequenze di movimento in cui “ogni movimento deve derivare dall’altro per necessità dinamica”[18] Un bisogno che nasce dal movimento vitale, da una continuità che non frammenti l’individuo. Per Isadora “i movimenti primari o fondamentali della nuova scuola di danza dovranno avere in sé i semi dai quali nasceranno tutti gli altri movimenti, a sua volta ognuno ne produrrà altri in successione infinita di espressione, pensieri e idee sempre più solenni e grandiosi”.[19]

 

La Danza Moderna portò dunque l’individuo a danzare l’Uomo interno.

La Danza Moderna  portò l’essere umano a danzare la propria vita

Con l’esperienza della Danza Moderna alcune danzatrici  iniziarono un diverso processo: intuendo la potenzialità della danza come esperienza terapeutica, cercarono mezzi e forme per dare la possibilità di danzare a tutte le persone non dotate per diventare ballerini. Inizialmente questi esperimenti ebbero luogo in centri psichiatrici. Si portava la danza alle persone con disagio, che avevano smarrito il legame tra se stessi e il mondo.

 

Come si colloca la danza in un contesto terapeutico? Si tratta di riportare l’essere umano alla propria capacità di danzare se stesso, dargli gli strumenti con i quali possa vivere ed esprimere quello che sente dentro e comunicare, “portare fuori attraverso il movimento, anche piccolo e semplice, ciò che a volte rimane troppo chiuso, inespresso e compresso” [20]. Spesso questo qualcosa che resta chiuso e senza espressione è la propria capacità di danzare per sé, la propria Volontà.

Fare terapia è dare un valore a tutto l’essere umano, metterlo in contatto con la sua autenticità, dirgli che può Essere. Riconoscere la persona nei suoi movimenti, nelle sue qualità e creare le condizioni perché possa scoprirsi. Scoprire la parte sana significa  integrarla e viverla nella sua totalità. In questo modo anche la persona confusa o malata può riconoscere la sua appartenenza e continuità con la vita.

Isadora osservava i paesaggi, il fluire dei movimenti naturali e si rendeva disponibile a vedere l’essere umano all’interno di questo paesaggio. Si tratta di osservare la vibrazione dei principi vitali e armoniosi dell’universo e trasmetterli all’essere umano perché la danza sia traduzione di questi movimenti vitali.

 

La scoperta del bisogno di tornare alle origini, potrà essere vista alla luce della danzamovimentoterapia come un ritorno a sé, alle proprie radici, al contatto con la terra a piedi nudi.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese sulla pianta del piede c’è il primo punto del meridiano del Rene. Punto di radicamento alla Terra, luogo in cui si trova la Volontà, la forza energetica vitale che anima ogni essere umano e gli conferisce la sua specificità.

Ritornare a questi piedi nudi, al contatto con la terra, è la possibilità di iniziare un nuovo viaggio dentro di sé  attraverso la danza, per entrare in contatto con sé!

Per prima Isadora denuda il piede, lo mette a contatto con la terra e crea una danza di libertà: E’ così che si produce il movimento degli individui che si chiama volontà”.  

Le pioniere che portarono la danza negli ospedali psichiatrici sentirono vibrare il bisogno di tornare alle origini. Credo che anche ai nostri tempi le danzaterapeute percepiscano il manifestarsi di questa necessità: ancora oggi le persone verbalizzano la sensazione di separazione tra corpo e mente dovuta all’incalzare del ritmo esterno, allo stress quotidiano, a regole vissute come imposizioni.

Ricordo uno stage di Danza Terapeutica condotto da Elena Cerruto in cui danzammo la preparazione della Terra per l’arrivo della Luna Piena. Ho sentito la conduzione della danzaterapeuta come un ritorno alla profondità, all’ascolto interiore, al contatto con la Terra. Nel cerchio le persone raccontarono di aver vissuto il piacere di sentire il proprio spazio, di viverlo e di quanto fosse difficile poter assaporare questo spazio interno nel quotidiano. La danza aveva messo in luce questa mancanza, vero e proprio bisogno inatteso.

Le danzaterapeute dedicano la loro vita alla ricerca di mezzi e forme allo scopo di permettere all’essere umano di poter celebrare la propria esistenza, cercano il cammino per permettere alla danza di ritornare alla sua forma più semplice perché possa, nell’essere danzata per sé e per gli altri, riflettere il linguaggio delle emozioni profonde (E.Cerruto) Come fare per permettere all’individuo di danzare la propria autenticità, la propria Volontà? Per Isadora “ogni vero movimento di danza di cui il corpo umano è capace esiste originariamente in Natura”; la prima regola per entrare in relazione è: osserva la Natura, studiala, conoscila; poi prova ad esprimerla” .[21]

Per Isadora bastava dare la possibilità di sentire la natura vibrare nel corpo, nelle sue diverse qualità di movimento. Era sufficiente entusiasmare l’allievo a questa presenza, portarlo ad osservare dentro di sé le risonanze dei movimenti esterni, dei paesaggi, per fare in modo che da questa vibrazione potessero nascere il movimento e la danza.

Bastava circondare gli allievi di forme belle, mostrare la dinamica armoniosa tra una forma e le linee che la compongono, la cadenza ritmica che vive in essa, bastava farli crescere all’interno di questo stimolo, farli vibrare con la musica dei grandi compositori che riuscirono a tradurre in ritmo e armonia i moti dell’Universo.

Potremmo affermare che era sufficiente creare un setting che li coinvolgesse in questa dinamica. Credo che per Isadora la natura fosse il setting e in un certo modo Isadora entusiasmase la volontà dei suoi bambini, poiché in lei vibrava la bellezza della Natura che trasmetteva attraverso le sue danze, i suoi gesti.

Nella danzaterapia di Elena Cerruto, la vibrazione di un linguaggio che permetta all’essere umano di rapportarsi con sé  e con il mondo è essenziale, perché questo linguaggio (parlato e danzato) possiede la capacità di vibrare dentro e risuonare nella parte sana. C’è un potenziale empatico che permette di entrare in relazione con la volontà dell’essere umano, lasciando spazio a quest’ultimo di scoprire il cammino per poter danzare questo suo lato e integrarlo nella totalità del suo essere.

Per Isadora, dall’osservazione dell’ascolto interno, doveva nascere un impulso dionisiaco, capace di attivare l’individuo a sperimentare con corpo e anima il moto scoperto. In termini di terapia, è la capacità di entrare in empatia con il lato sano di ogni individuo. Entrare in empatia con la gravitazione delle forze di un individuo, aiutalo a sentirle inserite nelle forze gravitazionali dell’Universo, allo scopo di permettergli di riflettersi e incontrare il proprio percorso per integrarle. La terapia nasce in un “momento delicato ed emozionante in cui il terapeuta si accorge che la danza è diventata per il paziente motivazione per guarire”[22] (26;2008). Forse si tratta proprio di quell’impulso dionisiaco che  comunica che la sua Volontà è stata entusiasmata.

Attraverso la progressione dei 5 Elementi del Chorten “l’elemento architettonico religioso della tradizione buddhista tibetana che rappresenta il cammino spirituale simbolico verso l’illuminazione” [23], che diviene percorso metodologico nella Danza Terapeutica di  Elena Cerruto, possiamo intendere l’entrare in contatto con le forze gravitazionali come un entrare in contatto con l’Elemento Terra. E’ la possibilità di iniziare un viaggio dentro se stessi attraverso la danza. Viaggio che permette di entrare in contatto con gli Elementi e i movimenti naturali che possono vibrare nel profondo di ogni essere umano. Ritornare alle origini per scoprirsi danzando con la propria radice, per abitarne la  presenza entusiasmata e connessa dall’interno alla radice della propria Volontà.

Il Chorten rappresenta una progressione dei 5 Elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Vuoto. Rivedo questa progressione in alcune immagini che Isadora scrive nelle sue lettere. I piedi nudi a contatto con la terra, un’emozione che si libera dentro e che grazie ad una sequenza di movimenti e all’impulso dei piedi nella terra, ascende fino al cielo.

Ritorno alla visione di Isadora della danza classica, una ballerina senza collegamento alla terra che attraverso una tecnica deformata, riproduce con i suoi movimenti eterici una leggerezza sprovvista di autenticità. Una ballerina senza radici. Il movimento naturale ha in sé  un insieme di forze che gli conferiscono la sua specificità e la capacità di muoversi in modo autentico tra  Cielo e Terra. La capacità della radice di poter crescere ed elevarsi in un corpo-mente e l’accoglienza del corpo-cuore in una dimensioni più elevata. E’ dalla radice, da questa origine che il flusso parte, affinché la  danza si riempia di vita.

La porta d’ingresso del chorten è l’ Elemento Terra, contatto con se stessi e con le proprie radici. E’ una porta d’ingresso che dà la possibilità all’essere umano di radicare la sua autenticità e naturalezza. La radice che scopre in sé il movimento per cercare l’acqua per nutrirsi, la radice che scopre la sua forma, la sua capacità di contenere e nutrirsi.

L’Elemento Acqua è visto come possibilità di entrare ancora di più, grazie ad un ascolto profondo, in ciò che resta dentro e che ha bisogno di essere portato fuori. È anche la possibilità di affidarsi alla danza che diviene terapeutica. Sono questi due punti chiave per il danzaterapeuta che offre la sua con-creatività per entusiasmare la Volontà e canalizzarla verso il suo lato vitale. Come intuiva Isadora, basta solo mostrare come si respira, come i piedi possono entrare in relazione con la terra, come scoprire la naturalezza e il piacere dei movimenti.

Per Isadora non era necessario dar all’ allievo una forma da riprodurre o da imitare. Le forme esterne erano contro la naturalezza di ogni essere umano, contro la sua Volontà. Non bisognava indurre nessuno a forme che non onorassero la natura danzante concentrata in un individuo o nell’Universo. “guidate soltanto la sua anima ed il suo corpo in armonia con i movimenti più nobili e le espressioni più spirituali dell’umanità”.

Queste sue intuizioni erano in un certo modo pedagogiche ma potremmo incontrare risonanza in certe terapie che considerano l’accettazione incondizionata un punto centrale: non esiste nulla da dover essere cambiato nell’essere umano: bisogna semplicemente sentirlo profondamente così com’è, accogliendolo empaticamente. Mi riferisco in questo caso alla terapia centrata sul cliente di Carl Rogers.

Basta curare la crescita armoniosa dell’essere umano così come “un giardiniere ha cura delle diverse forme dei suoi frutti e dei suoi fiori” [24] Da questa cura attenta e presente, l’Elemento Fuoco può sorgere come un “io posso” che si manifesta nella danza ed esprime la capacità dell’essere umano di sentirsi collocato tra Cielo e Terra. Un “io posso” che passa attraverso le sue danze di amore che vibrano con i movimenti fluidi e allegri (Elemento Aria) che si liberano in uno spazio più ampio (Elemento Vuoto). In Danzaterapia, guidare ed entusiasmare questa Volontà è creare un setting che accolga ogni essere umano, che accolga ogni stimolo capace di vibrare nella Volontà individuale di ognuno, anche se in gruppo. E’ mantenersi presente all’altro per poter ascoltare il bisogno, per fare in modo che da questo bisogno nasca l’impulso per il movimento. Un setting che permetta di scoprire l’appartenenza ad una forma, ad una linea, ad un colore, ad un disegno, ad un materiale. Sentire la qualità del movimento della Terra, dell’Acqua, del Fuoco, dell’Aria e del Vuoto vibrare nel corpo-mente e nel corpo-cuore di ognuno. Dare spazio e tempo per fare in modo che le cose, tutte le cose, possano essere accolte e danzate. Dare spazio e tempo per provare, sperimentare allo scopo di permettere al movimento di fluire in relazione al tutto. Scoprire moti, musicalità, ritmi interni, per permettere all’essere umano di poter tradurre la sua propria gravitazione nell’Universo. Dare tempo e spazio, mantenendo la continuità nel setting, con la danza interiore di ognuno, orientando la presenza all’ ascolto profondo di un contatto nell’entusiasmo del momento presente in modo che la naturalezza della Volontà possa liberarsi e manifestarsi nel qui e ora.

Poco a poco si apprende che tutte le danze che partono dai nostri studi emotivi, e vibrano tra la Terra e il Cielo, sono sempre storie d’amore, preghiere condivise con l’Universo.

Rita Aguiar



[1] Si ringrazia per la traduzione dal portoghese: Lorena Ranzani

[2] Kaptchuk.T., Medicina Cinese- Fondamenti e metodo, RED Edizioni 1988 pag.54

[3] Corpo-cuore fa riferimento al concetto di totalità corpo cuore spirito nella Medicina Tradizionale Cinese. “Ciò che alloggia e ciò che è alloggiato sono della stessa natura” E.Rochat de la Vallée (2008) Symphonie corporelle[3] E.E.A. Paris

[4] Cerruto, Elena, Metodologia e pratica della Danza Terapeutica: Danzamovimentoterapia tra Occidente e Oriente, Franco Angeli Editrice, 2008 pag 52

[5] MTC: Medicina Tradizionale Cinese.

[6] Rochat de la Vallée, Elisabeth, “Huangdi Neijing Lingshu”: la psiche nella tradizione cinese, Jaca Book, 2006 pag.215

[7] Rochat de la Vallée, Elisabeth, “Huangdi Neijing Lingshu”: la psiche nella tradizione cinese, Jaca Book, 2006 pag.34

2 F.Bonanomi, M.Corradin, C.Di Stanislao  in “Quaderni di Medicina Tradizionale Cinese” Istituto TAI

[9] Ibidem pag.215

[10] Ibidem pag.215

[11] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007 pag.143

 

[12] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007 pag.104

[13] Rochat de la Vallée, Elisabeth, “Huangdi Neijing Lingshu”: la psiche nella tradizione cinese, Jaca Book, 2006 pag.216

[14] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007 pag.138

[15] per studio emotivo nella tecnica Humphrey s’intende una vera e propria indagine su forme non convenzionali che esprimano l’autenticità delle emozioni. (da una lezione di E. Cerruto Sarabanda 2008)

[16] Humphrey, Doris, L’Arte della Coreografia, Gremese Editore, 2001

[17] Cerruto, Elena, No ritmo do coraçao Dançaterapia entre Oriente e Ocidente , Phorte Ed.S.Paulo, Brasil, 2009

[18] Ibidem pag.31

[19] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007

[20] Cerruto, Elena, Metodologia e pratica della Danza Terapeutica: danzamovimentoterapia tra Occidente e Oriente, Franco Angeli Editrice, 2008 pag.23

[21] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007 pag.142

[22] Cerruto, Elena, Metodologia e pratica della Danza Terapeutica Danzamovimentoterapia tra Occidente e Oriente, Franco Angeli Editrice, 2008 pag.26

[23] Ibidem pag. 48

[24] Duncan, Isadora, L’Arte della Danza, L’Epos Editrice, 2007 pag.89

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