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Stages di Danza Terapeutica di Elena Cerruto

Stage_danzaterapeutica
Rivolto a:A tutti
Giorni: 26/27 Giugno 2010
Orari:Sabato dalle 15.00 alle 18.00 - Domenica dalle 10.00 alle 17.00
Danza terapeuta:Elena Cerruto

Gli Stages di Danza Terapeutica sono aperti a chi è interessato a fare esperienza personale indipendentemente dalla formazione e sono anche introduttivi alla Formazione.

Gli Stages di Danza Terapeutica si rivolgono a tutti senza controindicazioni?

Non ci sono controindicazioni e si rivolge a tutti proprio per la sua possibilità di adattarsi come l′acqua al suo contenitore. Un contenuto forte in una forma fluida-mutevole.

Cosa si intende per DanzaTerapeutica?

La sintesi del percorso di Elena Cerruto si esprime nel termine "Danza Terapeutica", intesa come momento d′incontro tra il nostro vivere "qui e ora" in Occidente e "l'essere inteso come capacità di contatto e ascolto" dell′Oriente. In questo sono essenziali, per l′osservazione e la comprensione della relazione terapeutica, gli apporti dello Shiatsu, della Medicina Tradizione Cinese e della meditazione Zen.

In che senso Terapeutica?

La danza è energia vitale, ri-creatrice, ci mette in relazione con le nostre emozioni in modo corporeo, concreto. La danza dà corpo alle emozioni. In questo senso è terapeutica.

A cosa può servire, come può aiutarci uno stage di Danza Terapeutica?

Uno stage di Danza Terapeutica può essere una finestra che si apre su un percorso più lungo, annuale o a cicli con se stessi.
Aiuta le persone a conoscersi, a modificarsi in modo fluido, ad ascoltarsi senza giudicarsi, entrando in contatto con parti profonde di se stessi. Molto disagio e sofferenza derivano dal fatto che tendiamo ad isolarci dagli altri e da noi stessi, dalle nostre emozioni profonde.
Nella Danza Terapeutica non ci si muove in base ad uno schema esterno e formale di passi: l′attenzione è posta sul "come ci si sente", e a partire da questo ascolto interiore le persone imparano ad esprimersi in modo autentico.
Attraverso la danza si sviluppa una diversa consapevolezza del proprio corpo, di atteggiamenti fisici, di modalità di relazionarsi a se stessi agli altri, di cui a volte non si è a conoscenza.

Ognuno può trovare così una modalità di espressione rispettosa dei propri limiti e delle proprie possibilità, una forma personale di movimento che nasce da un vissuto interiore, da un ascolto di sé, senza dover far riferimento a forme esterne, a cui magari non è possibile adeguarsi.
Il lavoro si svolge sempre in gruppo e in integrazione.
Nascono spontaneamente momenti di contatto con gli altri, di relazione con la spazio, con la musica e dal senso di unità con il gruppo prende forma un linguaggio comprensibile perché espressione di stati d'animo, concreto perché corporeo, piacevole perché legato alla nostra sensibilità e sensualità.

Il percorso è dentro di sé e dentro di sé si incontra l′altro.

 

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